Fattura elettronica scartata: come rimediare entro 5 giorni

La gestione della fattura elettronica scartata può sembrare complicata, ma seguendo alcune regole precise è possibile risolvere rapidamente il problema e evitare sanzioni. Quando una fattura viene inviata tramite il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate (SdI), questa viene sottoposta a controlli rigorosi. In caso di errori, entro cinque giorni dall’invio, il sistema emette una notifica di scarto, considerandola non emessa.

Gli errori più comuni che portano al rigetto includono un nome file non valido, una firma digitale non corretta, codici destinatari inesistenti o Partite IVA non valide. Per risolvere, è necessario emettere una nuova fattura rettificativa mantenendo la coerenza con il documento originario, utilizzando una nuova numerazione o indicando chiaramente che si tratta di una rettifica. È fondamentale trasmettere la nuova fattura entro cinque giorni dalla ricezione dello scarto.

Se non si rettifica l’errore, la fattura viene considerata non emessa, con conseguenze rilevanti sul piano fiscale. Le sanzioni, regolamentate dal decreto legislativo 471/1997 e aggiornate dal decreto Sanzioni 87/2024, variano dal 70% dell’IVA dovuta a importi fissi tra 250 e 2.000 euro, a seconda della gravità dell’infrazione. In caso di violazioni formali che non incidono sul calcolo dell’IVA o del reddito, non sono previste sanzioni.

Seguire attentamente queste indicazioni e adottare strumenti di verifica durante la compilazione può prevenire rigetti, garantendo il rispetto delle normative e la continuità operativa.