FURTO DI ENERGIA ELETTRICA. NORMATIVA E CASSAZIONE

corrente elettricaAumenta sempre di più il numero di persone che hanno grosse difficoltà ad arrivare alla fine del mese, per l’indiscriminato aumento di prezzo di tutti i beni di consumo, anche di quelli essenziali.

La cronaca e la giurisprudenza segnalano spesso, e sanzionano, comportamenti penalmente perseguibili posti in essere da coloro i quali proprio non ce la fanno a sostenere questa emorragia economica e che, pur di assicurarsi beni indispensabili per la sopravvivenza della propria famiglia, sono indotti a delinquere.

I consumi di energia elettrica sono tra le spese più gravose e, pur di dare luce e calore alla casa, molti sono costretti ad inventarsi metodi vari per eludere il “correre del contatore”.
Ciò viene fatto, spesso, senza la reale consapevolezza di quanto gravi possano essere le conseguenze: riteniamo, quindi, utile e doveroso esporre un quadro chiarificatore della normativa vigente.

Innanzi tutto bisogna chiarire che l’intestatario della fornitura è colui che risponde sempre del reato di furto, per la presunzione di responsabilità derivante dal contratto di somministrazione.

La Cassazione ha sancito che, l’allaccio diretto alla rete di energia, saltando il contatore, configura il reato di furto aggravato dal mezzo fraudolento, punibile ai sensi dell’ art.625 Codice Penale, con la reclusione fino a 6 anni ed una multa fino a €1.000.
Spesso vengono prese di mira anche le utenze private, con allacci pirata: chi si rende conto di subire tale violenza, deve immediatamente comunicarlo all’ente erogatore.

Anche sottrarre energia destinata al condominio configura il reato di appropriazione indebita, se già passata per il contatore, con pene detentive da 2 a 5 anni. L’unica scusante segnalata dalla Cassazione, con sentenza 32703/2021, si configura quando manca il fine di trarre un profitto diretto.