Il Tesoro ha venduto tutti i cinque miliardi di euro di Bot oggi in asta, con rendimenti schizzati ai massimi di oltre un decennio di fronte alla stretta monetaria della Bce.
Il Bot a sei mesi, venduto per tre miliardi, è stato collocato al 3,05%, ai massimi da dicembre 2011. Il 12 mesi – per 2 miliardi – è salito al 3,24%, livello che non si vedeva da giugno 2012.
SIGNIFICATO DI BOT
I BOT, Buoni Ordinari del Tesoro, sono titoli del debito pubblico italiano di breve termine, ossia con una vita a scadenza di 3, 6 o 12 mesi. In altri termini queste obbligazioni sono dei prestiti concessi dagli investitori allo Stato per un periodo molto ridotto.
Questo comporta un rischio minore per i sottoscrittori e un minore rendimento rispetto a scadenze più lunghe.
Data la loro breve vita, questi titoli vengono pertanto considerati strumenti di liquidità. I BOT possono essere sottoscritti per un valore nominale minimo di 1.000 euro o per multipli di questa cifra.
TIPOLOGIA DEI BOT: TITOLI ZERO COUPON (SENZA CEDOLA)
I BOT rientrano nella tipologia di titoli “zero coupon” (senza cedola), come i CTZ. Questo significa che il rendimento di queste obbligazioni è basato non sul pagamento di una cedola (coupon), ma avviene con una remunerazione a scarto di emissione. Cosa significa?
Vuole dire che il titolo viene emesso a sconto, ossia pagato al momento della sottoscrizione per un valore inferiore a quello del valore nominale. L’investitore riceverà però a scadenza il valore nominale, quindi il suo guadagno sarà dato dalla differenza tra questo e quanto versato in fase di emissione o sottoscrizione.
RENDIMENTO DEI BOT IN UN ESEMPIO
Il 26 settembre 2018 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha assegnato in un’asta 6 miliardi di euro di BOT a sei mesi (con scadenza al 29 marzo 2019).
Il prezzo medio ponderato dei titoli assegnati è stato pari a 99,896. Questo vuol dire che su cento euro di valore nominale il prezzo pagato è stato appunto di 99,896 euro e quindi su un lotto minimo di 1000 euro sarebbe di 998,96 euro.
A scadenza, dopo 6 mesi a fine marzo 2019, l’investitore otterrà un guadagno di 1,4 euro.
Il rendimento, come noto, è su base annuale per cui per ottenerlo si dovrà moltiplicare gli 1,4 euro ottenuti in sei mesi per due, ottenendo 2,8 euro, ossia quanto l’investitore otterrebbe in un anno investendo mille euro in questo strumento. In termini percentuali significa lo 0,208% di rendimento annuale.
E’ necessario ricordare che i BOT, come gli altri titoli di Stato e le altre obbligazioni in generale, possono essere acquistati non solo all’asta, ma anche sul mercato secondario (quindi dopo la loro emissione). In tal caso il prezzo di acquisto sostituirà il prezzo di emissione indicato dai risultati dell’asta e i calcoli sul rendimento dovranno essere effettuati sulla base della vita residua a scadenza del titolo.
ASTA DEI BOT: LE COMMISSIONI
L’esempio fornito fa però riferimento a un’asta di titoli di Stato e quindi al momento in cui il Tesoro ha messo per la prima volta sul mercato quei BOT. Tutti possono partecipare alle aste di BOT, ma chi vuole acquistarli in asta deve prenotare la quantità desiderata presso un intermediario autorizzato, ossia in genere una banca, entro il giorno lavorativo precedente l’asta. Questo comporta il pagamento di commissioni.
Il “Decreto per la trasparenza nel collocamento dei Titoli di Stato” del gennaio 2015 ha determinato formalmente la struttura commissionale, stabilendo che i risultati di ogni asta, resi noti da un comunicato stampa di Banca d’Italia e pubblicati dal Ministero dell’Economia nella Gazzetta Ufficiale, indichino, il prezzo medio ponderato e il corrispondente tasso di rendimento lordo a scadenza. “Nei suddetti avvisi – aggiunge il decreto – deve essere altresì indicata la commissione da applicare sull’operazione di sottoscrizione dei buoni”.