A RISCHIO GLI SPAGHETTI ALLO SCOGLIO: ECCO I MOTIVI

Fedagripesca-Confcooperative ha mappato l’emergenza, evidenziando una vera e propria invasione dannosa e prolifica. Tra le cause, si individua il cambiamento climatico e i suoi effetti estremi. Ad esempio, a Goro, in Emilia Romagna, l’eccesso di acqua dolce derivante da un’alluvione ha limitato la proliferazione delle alghe ma non ha impedito quella del granchio blu, che è diventato estremamente aggressivo con un aumento del 2000%. In Veneto, nella Sacca degli Scardovari, dove viene allevata la cozza di Scardovari Dop, si sta combattendo contro una combinazione letale di alghe e granchi blu. Una situazione simile si riscontra anche in Toscana, nella laguna di Orbetello, dove il granchio blu minaccia la produzione di spigole.

“Chiediamo urgenti misure per contrastare questa specie aliena originaria dell’Atlantico, che non ha predatori naturali se non l’uomo, e che minaccia l’ecosistema mettendo a rischio l’intera filiera dei molluschi bivalvi”, dichiara Paolo Tiozzo, vice presidente di Fedagripesca-Confcooperative.

“Le incursioni nelle attività di allevamento – continua – si stanno intensificando, vanificando gli sforzi di produzione per i mesi a venire. È necessario evitare che la situazione diventi ingestibile e che, una volta terminate cozze, vongole e ostriche, il granchio blu si rivolga ad altre specie, infettando anche altre coste italiane”.

L’associazione chiede l’istituzione di un meccanismo di indennizzo per la rimozione dei granchi dal mare, per coprire i costi di abbattimento e smaltimento a carico dei pescatori. Inoltre, si propone la creazione di un fondo specifico presso il Masaf, insieme al risarcimento dei danni subiti fino ad oggi.

Tra le possibili soluzioni, viene presa in considerazione la creazione di una filiera per la commercializzazione della carne del granchio blu, molto apprezzata sul mercato. Tuttavia, questa soluzione arginerebbe solo parzialmente il problema poiché il mercato è interessato principalmente agli esemplari più grandi, mentre i pescatori si trovano con un’elevata quantità di granchi più piccoli che non riescono a vendere. Un’altra possibile soluzione consiste nell’utilizzare i granchi come esche per la pesca, ma secondo gli operatori del settore, questa proposta non risulta risolutiva.