Un Rapporto Formez PA curato dal Centro studi e attività internazionali, ha portato alla luce la persistente attrattività del pubblico impiego in Italia, anche se poi in molti rinunciano. Un fenomeno reso più evidente dal moltiplicarsi dei concorsi, ai quali si tende a partecipare in parallelo, salvo poi rinunciare magari per un posto più stabile o meglio retribuito.
La rinuncia può essere attribuita a diversi fattori:
- preferenza per posti a tempo indeterminato;
- poca attrattività del settore pubblico per profili altamente specialistici;
- difficoltà nella copertura dei posti assegnati nelle regioni settentrionali.
L’età media dei nuovi ingressi nelle PA si alza fino a 36 anni, ma ad aumentare è anche il livello di scolarizzazione dei candidati, tanto che l’80% è in possesso di una laurea. Il 78% delle procedure concorsuali ha richiesto un titolo universitario che nella maggioranza dei casi è stata la laurea di primo livello, seguita dal diploma di laurea di secondo livello (magistrale, specialistica o diploma di laurea). Il 76,9% dei concorsi pubblici presi in esame è stato destinato a reclutare e assumere funzionari, mentre nel 21,5% dei casi l’obiettivo è stato il reclutamento di figure di assistenti e nell’1,6% di profili rientranti nelle diverse categorie di operatori.