I giovani di oggi? Si vedranno costretti ad andare in pensione a 74 anni. Questa è la conclusione a cui è giunto il Consiglio Nazionale dei Giovani, secondo quanto emerso dal rapporto in cui si sottolinea che la precarietà lavorativa e le magre retribuzioni stanno minacciando seriamente il futuro delle pensioni per i giovani. L’analisi condotta dalla CNG in collaborazione con EU.R.E.S. rivela una realtà amara: l’età pensionabile sarà di 71 anni per coloro che hanno iniziato a lavorare nel 2020 ed hanno 22 anni, ma tale età si alzerà a 74 anni per i lavoratori dipendenti con meno di 35 anni. Quest’età di pensionamento è una delle più elevate in Europa e riguarda coloro che attualmente si trovano ad affrontare lavori precari e spesso privi di adeguate garanzie sociali, oltre a retribuzioni deludenti.
Questo fatto è confermato dai dati: nel 2021, i lavoratori sotto i 25 anni hanno percepito solamente il 40% della retribuzione media complessiva, mentre quelli tra i 25 e i 34 anni il 78%. Questi dati non tengono conto neppure del tipo di contratti, che per la maggior parte sono atipici. In effetti, la percentuale di lavoratori con contratti atipici è aumentata dal 29,3% al 39,8% nel corso di 10 anni.