
Il reddito di cittadinanza sarà quindi sostituito da un più limitato “assegno di inclusione”, le buste paga da luglio a novembre saranno più pesanti, e il taglio fiscale sarà del 7% per i redditi fino a 25000€ e del 6% per i redditi fino a 35000€.
Per la prosecuzione del reddito di cittadinanza quest’anno si prevede una spesa di 384 milioni, mentre per lo strumento di attivazione al lavoro, dall’1 settembre, è prevista una spesa di 276 milioni nel 2023 e di 2,1 miliardi nel 2024, spesa che poi scenderà negli anni successivi.
L’assegno di inclusione andrà a contrastare la povertà e dal primo gennaio 2024 sostituirà definitivamente il reddito di cittadinanza.
Potranno richiederlo solo le famiglie in cui ci sia un componente disabile, minori o over 60 e potrà arrivare fino a 500€ al mese moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 (2,3 nel caso di disabili gravi).
Il dl Lavoro poi istituirà un fondo “con una dotazione pari a 60 milioni di euro per il 2023, per le attività socio-educative a favore dei minori”, al fine “di sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione tra vita privata e lavoro”.