Nel 2025 potrebbe essere introdotta la possibilità di andare in pensione a 70 anni per alcune categorie di lavoratori, in particolare quelli del settore pubblico. Questa proposta, attualmente in fase di studio, consentirebbe ai dipendenti della Pubblica Amministrazione di prolungare volontariamente il servizio per tre anni oltre l’età pensionabile standard di 67 anni.
La misura, parte della prossima Legge di Bilancio, non imporrà l’innalzamento dell’età pensionabile ma darà la possibilità di scelta ai lavoratori, permettendo loro di rimanere in servizio per svolgere attività di tutoraggio ai nuovi assunti o per esigenze funzionali. Questo permetterebbe non solo di migliorare la trasmissione delle competenze, ma anche di risparmiare sulla spesa previdenziale.
Il prolungamento dell’attività lavorativa fino a 70 anni potrebbe rappresentare un vantaggio economico per i lavoratori, in quanto continuerebbero a maturare contributi, aumentando così il montante contributivo per la pensione finale. Tuttavia, si tratta di una decisione volontaria che richiederà un accordo con l’amministrazione di appartenenza, e non sarà obbligatoria per tutti i dipendenti.
Oltre a questa novità, si discute anche dell’aumento delle pensioni minime, con una possibile cifra intorno ai 620/630 euro, lontana dai 1000 euro auspicati ma comunque un passo avanti rispetto ai valori attuali.