Dal 2025, l’Assegno di Inclusione subirà una modifica significativa, con l’erogazione della prestazione per 11 mensilità anziché 12. Questa variazione, prevista dal decreto n. 48/2023, riguarda esclusivamente la durata del beneficio e non incide né sull’importo erogato né sulla platea dei beneficiari. Le famiglie interessate, che rappresentano circa 700.000 nuclei in Italia, vedranno quindi un mese di sospensione tra i periodi di rinnovo.
Secondo la normativa, l’Assegno di Inclusione ha una durata massima di 18 mesi consecutivi. Alla scadenza, per rinnovare il diritto al beneficio, è necessario rispettare una pausa di un mese, durante la quale non sarà possibile ricevere il pagamento. Inoltre, dopo il primo rinnovo, la durata della prestazione scenderà da 18 a 12 mesi, riducendo ulteriormente la copertura annuale. Questo meccanismo è stato ideato per garantire un monitoraggio costante dei beneficiari e promuovere il loro reinserimento sociale e lavorativo.
Nonostante queste modifiche, il governo sta valutando un aumento dell’importo dell’assegno, che potrebbe passare da 500 a 700 euro mensili nel 2025. Tuttavia, questa proposta deve ancora essere confermata e approvata. Tale incremento sarebbe fondamentale per sostenere le famiglie più fragili, soprattutto in un contesto di crescente inflazione e riduzione del potere d’acquisto.
Le famiglie interessate a rinnovare l’Assegno di Inclusione devono presentare una nuova domanda al termine del periodo di erogazione, rispettando i requisiti previsti. Questa misura rimane un importante strumento di sostegno per contrastare la povertà e garantire un minimo di stabilità economica alle fasce più deboli della popolazione.